Le dermatofitosi o micosi o malattie da fungo sono malattie infettive contagiose delle strutture cheratinizzate (peli, strato corneo, unghie) provocate da funghi detti dermatofiti appartenenti principalmente ai generi Microsporum, Trichophyton ed Epidermophyton.
Nelle dermatofitosi del cane, gatto e coniglio il dermatofita più comunemente isolato in Italia è
Microsporum canis
che è responsabile del 49% dei casi di tinia capitis e tinia corporis dell’uomo (tigna)
Le micosi costituiscono importanti zoonosi, patologie che si possono trasmettere dagli animali all’uomo.
Il contagio avviene in genere in soggetti stressati o immunodepressi, con scompensi endocrini, condizioni organiche carenziali, carenze vitaminiche, alterazioni del derma o in conseguenza di un calo delle difese immunitarie. Fattori predisponesti sono anche prolungate terapie antibiotiche o cortisoniche.
La trasmissione avviene mediante contatto diretto tra animale infetto e individuo recettivo, oppure mediante contatto indiretto attraverso le spore che sono forme di resistenza del fungo presenti nell’ambiente. Pertanto anche se sono stati registrati casi di guarigione spontanea, le dermatofitosi richiedono un trattamento tempestivo. Inoltre la presenza di dermatofiti negli animali è influenzata dalla temperatura e dalla umidità e quindi varia a seconda della stagione e del clima.
Oggi la specie animale più recettiva è il gatto, importante in quanto facilmente può fungere da portatore asintomatico.
Inoltre non solo gli animali possono trasmettere funghi all’uomo, viceversa le dermatofitosi dell’uomo possono essere trasmesse dal proprietario all’animale.
Caratteristiche
Il coinvolgimento cutaneo può essere localizzato, multifocale o generalizzato. La sintomatologia clinica delle infezioni da dermatofiti nei carnivori domestici si manifesta con una vasta gamma di lesioni cutanee: mentre nel cane prevalgono lesioni alopeciche tondeggianti più o meno generalizzate, nel gatto il quadro clinico è estremamente variabile e si può presentare con forme asintomatiche fino ad infezione dei tessuti profondi.
Il prurito, quando presente, è di solito lieve anche se occasionalmente può essere più intenso. Le lesioni tipiche sono aree circolari o a disegno irregolare o aree diffuse di alopecia con desquamazione di grado variabile. Le aree coinvolte tendono ad espandersi con andamento circolare, con una zona di guarigione centrale e di erosione periferica. I peli rimanenti possono presentarsi accorciati o spezzati. Fra gli altri sintomi sia nel cane che nel gatto ci sono eritemi, papule, croste, seborrea e paronichia (infezione della plica di cute in corrispondenza dell’unghia) o onicodistrofia di una o più dita. Le zone del corpo più facilmente colpite sono il muso, la parte dorsale delle zampe, il collo, il dorso e le natiche dell’animale. Nel gatto è frequente lo stato di portatore asintomatico (con infezione subclinica), specialmente nelle razze a pelo lungo.
Diagnosi
Nella diagnosi di micosi vanno considerati diversi fattori:
anamnestici ed epidemiologici: eventuale presenza di fattori predisponesti, stato fisiologico dell’individuo, eventuale trasmissione ai proprietari e/o viceversa, predisposizione di specie e razza;
Clinici: presenza di lesioni cutanee tondeggianti e delimitate con frequente reazione eritemato-squamosa; assenza o perdita di pelo, con o senza prurito.
Di laboratorio:
○ Esame della lesione tramite lampada di wood che va eseguito solo se non sono stati ancora effettuati trattamenti topici con disinfettanti in modo da evitare falsi positivi. Studi recenti hanno dimostrato che solo nel 40-60% dei casi di infestazione da Microspurum canis si ha fluorescenza della lesione.
○ Esame microscopico diretto del materiale prelevato.
○ Esame colturale mediante utilizzo di terreni colturali (DTM) che consentono la coltivazione del fungo e quindi anche l’identificazione microscopica. Il tempo richiesto per la coltivazione e lo sviluppo della colonia si aggira intorno ai 5-10 gg.
Di fondamentale importanza negli ultimi due casi la metodica di prelievo. Il campione deve essere prelevato con lama di bisturi sterile dalla periferia della lesione non trattata. È necessario pulire la zona con alcool per evitare la presenza di contaminanti, poi raschiare parte del pelo e della cute per prelevare il materiale. Questo va riposto in terreno e incubato alla temperatura di 20-30 °C.
Terapia
La terapia, a seconda del caso, può essere topica, sistemica. In alcuni casi vanno combinate entrambe. Nelle micosi localizzate del cane e coniglio si può utilizzare solo la terapia topica, invece nelle micosi generalizzate e in quelle asintomatiche del gatto è necessario abbinare la terapia sistemica.
Le terapie in caso di dermatofitosi sono sempre di lunga durata.
Terapia topica: esistono diverse formulazioni contenenti ketoconazolo, miconazolo, econazolo, enilconazolo, clorexidina al 4%.
Dall’esperienza personale consiglio nel coniglio l’utilizzo di clorexidina al 4% o di enilconazolo.
Nel cane e gatto meglio l’utilizzo di itraconazolo, ketoconazolo, enilconazolo e miconazolo.
Terapia sistemica: E’ consigliabile l’uso di griseofulvina (a stomaco pieno in quanto l’assorbimento è migliore in presenza di grassi) o di itraconazolo. Il ketoconazolo tra i derivati enilconazolici è il più tossico per il fegato. Nel coniglio si ottengono ottimi risultati con l’utilizzo di griseofulvina o ketoconazolo.
Disinfezione locali: formalina soluzione al 10%, enilconazolo 50 mg/m2 , clorexidina 0,05%.
(da www.dottfrancescobuompane.blogspot.com )