OTOEMATOMA
L’otoematoma rappresenta la lesione traumatica dell’orecchio di più frequente riscontro in cane e gatto. Solitamente si tratta di autotraumatismi (grattamento o scuotimento della testa) secondari a lesioni infiammatorie che coinvolgono l’orecchio del soggetto: è presente una causa primaria di otite (ad esempio otite da lieviti, frequente nel cane oppure otite da acari , nel gatto). L’ematoma è più evidente sulla superfice concava del padiglione e i vasi che ne determinano la formazione sono rami dell’arteria auricolare caudale che penetrano nella cartilagine. L’otoematoma è una lesione dinamica: il sanguinamento continua fino a quando la pressione dell’ematoma eguaglia la pressione dell’arteria che lo ha provocato; nel momento in cui il grattamento o lo scuotimento della testa causano un’ulteriore scollamento della cartilagine, il sanguinamento riprende. Le dimensioni dell’ematoma aumentano fino a quando l’effetto “cuscino” dell’ematoma stesso non riesce a contrastare gli effetti degli autotraumaismi. Una volta maturato, l’ematoma si trasforma in un seroma. Senza trattamento l’otoematoma determina fibrosi e contrazione che possono appesantire e deformare l’orecchio (contrattura a cavolfiore).
Le finalità terapeutiche sono rivolte a identificare e risolvere le cause primarie dell’otite, drenare l’ematoma, garantire l’apposizione dei tessuti e prevenire le recidive. Gli otoematomi possono essere gestiti con drenaggio e bendaggio compressivo (tecniche da riservare a lesioni molto recenti in cui l’ematoma non si è ancora organizzato); negli otoematomi estesi o cronici (la maggior parte) sono da preferire le tecniche che prevedono un’incisione per permettere il drenaggio dell’ematoma e l’eliminazione della fibrina. L’apposizione dei tessuti che garantisce la prevenzione di recidive è ottenuta mediante punti di sutura a tutto spessore applicati parallelamente alle strutture vascolari e avendo l’accuratezza di evitare i vasi principali. Non è generalmente necessario “rinforzare” le suture; queste devono avere un’ampiezza di circa 1 cm e la tensione applicata deve essere quella sufficiente a garantire l’apposizione dei tessuti (si deve poter infilare la punta del porta-aghi sotto il punto). Un leggero bendaggio può essere applicato per immobilizzare l’orecchio contro il collo o contro la testa. La chirurgia permette di rimuovere l’ematoma, prevenire le recidive e preservare il normale aspetto dell’orecchio evitando l’ispessimento e una cicatrice esuberante; naturalmente il risultato estetico sarà tanto migliore quanto più precocemente si interviene (cioè prima della comparsa della fibrosi).