Diagnosi dell’Herpes virus e del Calicivirus del gatto

Sia l’herpes virus del gatto che i Calicivirus del gatto possono essere facilmente identificatii da colture eseguite su tamponi orali, con test IFA ed in PCR. Il problema è che tale positività si riscontra sia che vengano esaminati soggetti ammalati che gatti carrier. Inoltre se l’esame viene effettuato su sangue possono risultare positivi anche animali sani. È importante valutare attentamente il soggetto ed inviare al laboratorio il materiale più idoneo. L’isolamento virale a partire da tamponi nasali, congiuntivali e orofaringei risulta di facile esecuzione, anche se a volte si possono avere false negatività conseguenti, ad esempio, ad un’esigua quantità di virus presente nel campione di partenza o alla presenza nei liquidi extracellulari di anticorpi che inibiscono la replicazione del virus in vitro. Nel caso dei calicivirus, se inviando solo tamponi orofaringei l’attendibilità dei test è dubbia, unendo anche un tampone congiuntivale aumentano le possibilità di evidenziare correttamente il FCV. Si consiglia quindi di effettuare contemporaneamente i due prelievi anche in quei gatti che presentano stomatite in assenza di altri segni clinici di calicivirosi.

L’immunofluorescenza per l’evidenziazione diretta del patogeno è considerata meno sensibile rispetto all’isolamento soprattutto in corso di infezioni croniche o recrudescenti, mentre risulta attendibile per l’identificazione degli stipiti virali cresciuti su colture cellulari. La sierologia finalizzata all’individuazione di anticorpi anti-FCV o anti-FHV risulta poco attendibile per la diagnosi di infezione, sia a causa del largo impiego del vaccino, sia per la variabilità del titolo anticorpale in dipendenza del grado di omologia tra i ceppi virali infettanti e l’antigene impiegato nel test, sia per la possibile assenza di anticorpi circolanti quando il virus è in fase di latenza.

Le tecniche di biologia molecolare, quali la Polymerase Chain Reaction (PCR) e le varianti rappresentate dalla nested-PCR e dalla RT-PCR (Reverse Transcriptase PCR), applicabili direttamente a partire da tamponi congiuntivali e oro-faringei, costituiscono al giorno d’oggi le metodiche dotate di maggiore sensibilità e di più rapida esecuzione (Marsilio, 2005). Perchè i campioni per la PCR siano utili all’estrazione del virus bisogna però prestare cautela durante il prelievo ed il trasporto. Se vengono effettuati tamponi orofaringei, è necessario che il tampone sia passato accuratamente e con vigore in faringe, e sulla mucosa laterale agli archi glossofaringei. Il tampone può essere previamente inumidito con soluzione salina sterile, e posto in un adeguato mezzo di trasporto. Si consiglia di porre il tampone in una provetta sterile contenente non più di 0,5 ml di soluzione salina sterile così costituita: 500 ml soluzione salina, 10 mg di amoxicillina iniettabile e 6 mg di gentamicina solfato. Se il gatto è in fase acuta il Calicivirus può essere isolato da siero, feci, urine e orofaringe.

CALICIVIRUS: Nei soggetti in fase cronica, in quelli con manifestazioni croniche come la limping sindrome o la stomatite, o ancora se si sospetta una forma virulenta sistemica, in generale i campioni da inviare dovrebbero provenire dall’area o dai tessuti patologici. E’ quindi preferibile inviare un tampone nasale se è presente rinite, mentre se il solo segno clinico è la gengivostomatite può essere inviato un tampone orofaringeo. Il virus può essere ricercato anche su tessuto cutaneo, qualora vi siano lesioni specifiche. Tale campione è utile anche se vogliamo differenziare una patologia dovuta a Herpes piuttosto che a Calicivirus; particolarmente diagnostici risultano essere i cuscinetti plantari, il piano nasale od il canto mediale del naso, ma anche ogni area in cui vi siano lesioni evidenti (Bo, 2005). Se il sospetto clinico è di Calicivirosi sistemica (VS-FCV), sarebbe opportuno ricercare l’agente direttamente dai tessuti bersaglio come fegato, pancreas, milza, polmone, cute, lingua, tratto gastroenterico e linfonodi. L’attendibilità della ricerca sarà maggiore quanto più rapidamente verranno effettuati i prelievi dopo il decesso. Il materiale da esaminare va quindi fissato in formalina tamponata. A questo riguardo si suggerisce di far riferimento al lavoro di Pesavento e colleghi (2004).

RIASSUNTO SCHEMATICO:

Esami di laboratorio per FHV-FCV:
○ Facilmente isolati da colture eseguite su tamponi orali
○ IFA – PCR
-Positivi sia soggetti ammalati che gatti carrier
-Esame effettuato su sangue: Positivi anche animali sani

È importante valutare attentamente il soggetto ed inviare al laboratorio il materiale più idoneo

○ Isolamento virale
-tamponi nasali, congiuntivali e orofaringei (facile esecuzione)

False negatività per:
-esigua quantità di virus presente nel campione di partenza
-presenza nei liquidi extracellulari di anticorpi che inibiscono la replicazione del virus in vitro

○ Polymerase Chain Reaction (PCR) si effettuano :
-nested-PCR
-RT-PCR (Reverse Transcriptase PCR)

N.B: L’esame si effettua su: tamponi congiuntivali e oro-faringei

PROBLEMI:

○ Con tutte le metodiche:
-inviando solo tamponi orofaringei l’attendibilità dei test è dubbia
-unendo anche un tampone congiuntivale aumentano le possibilità di evidenziare correttamente il FCV

○ Effettuare i due prelievi anche in quei gatti che presentano stomatite in assenza di altri segni clinici di calicivirosi.

○ PRESTARE ATTENZIONE:
-campioni per PCR
Delicati
Prestare cautela durante il prelievo ed il trasporto

○ PRELIEVO
-Tamponi orofaringei :passare accuratamente e con vigore in faringe, e sulla mucosa laterale agli archi glossofaringei

○ FHV prelievo e trasporto
-tampone previamente inumidito con soluzione salina sterile
-posto in un adeguato mezzo di trasporto

NB:porre il tampone in una provetta sterile contenente 0,5 ml di soluzione salina sterile, 500 ml soluzione salina, 10 mg di amoxicillina iniettabile e 6 mg di gentamicina solfato.